Smaltimento Amianto: La situazione in Italia

Smaltimento Amianto: La situazione in Italia

L’Italia è stata il primo Paese europeo a bandire l’utilizzo dell’amianto per motivi di sanità pubblica, intervenendo in via normativa con l’emanazione della legge nazionale n.257/92 e le successive disposizioni attuative regionali.

La legge si occupava di regolamentare le procedure adottabili per il trattamento dei prodotti contenenti amianto, largamente utilizzati in edilizia fino al momento in cui ne è stato vietato l’uso.

A questo scopo, la legge prevedeva anche la realizzazione di un censimento, a livello nazionale, di tutti i siti in cui il materiale, ormai fuorilegge, era presente. Tutto ciò al fine di individuare i luoghi da bonificare e, quindi, di operare la rimozione dell’amianto e il suo smaltimento in appositi impianti.

A tutt’oggi, però, il problema della bonifica e smaltimento dell’amianto si presenta come una questione ancora aperta e la sua risoluzione, visti i dati diffusi da Legambiente, non appare facile né rapida.

Smaltimento amianto: la situazione attuale in Italia

A distanza di 27 anni dall’emanazione della legge che ha messo al bando l’amianto, secondo i dati più recenti, sul nostro territorio esistono ben 370.000 strutture in cui questo materiale è ancora presente; le coperture in cemento amianto non ancora eliminate dagli edifici (soprattutto industriali, ma anche pubblici e privati) raggiungono il totale di circa 58 milioni di metri quadrati e la bonifica prevista dalla legge ha riguardato solamente il 2% delle strutture interessate.

Un altro problema riguarda gli impianti capaci di gestire lo smaltimento in sicurezza dei materiali rimossi: in Italia ne sono rimasti 18 dei 23 inizialmente realizzati, ad oggi presenti soltanto in 8 regioni e sono tutti già quasi al limite della loro capacità.

Lo stesso censimento dei siti da bonificare, in 9 regioni non è stato ancora completato: i dati obbligatori (che avrebbero dovuto essere pubblicati entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge…), vengono ancora comunicati dalle amministrazioni con molto ritardo e sempre a rilento.
Pertanto, la prevista mappatura statale dei siti contaminati dall’amianto è ben lontana dall’essere completa.

Alcune Regioni, come la Sicilia e la Puglia, hanno adottato comportamenti “virtuosi” nel rispetto delle direttive di legge, promuovendo campagne di informazione e sensibilizzazione dei cittadini sui pericoli che derivano dall’esposizione alle fibre di amianto, ponendo l’accento sulle problematiche che interessano la salute e l’ambiente.

In queste regioni, l’iniziativa ha ottenuto un importante riscontro pratico, essendosi registrato un incremento delle richieste di intervento per la bonifica di aree urbane, agricole e industriali.

Interventi in materia di smaltimento amianto: quali attuare

È di tutta evidenza che gli strumenti da adottare per raggiungere l’obiettivo voluto dalla legge dovrebbero riguardare, in via prioritaria, due punti fondamentali: il completamento della procedura di bonifica di tutte le aree contaminate dall’amianto, presenti sul territorio nazionale e il corretto ed efficace smaltimento del materiale rimosso.

In primo luogo, quindi, sarebbe necessario predisporre le misure utili a realizzare la corretta gestione dello smaltimento, potenziando gli impianti esistenti e dotandoli di macchinari moderni e funzionali; successivamente, costruire altre discariche, riducendo così la necessità di esportare il materiale scartato all’estero e realizzando anche un notevole risparmio sugli elevati costi di questo sistema -attualmente obbligato- di smaltimento.

In secondo luogo, bisognerebbe potenziare gli incentivi e le agevolazioni alle imprese perché effettuino le bonifiche e utilizzino materiali sostitutivi di quelli che contengono amianto.
A questo riguardo, per raggiungere risultati sostanzialmente rilevanti, è indispensabile che gli enti statali agiscano in sinergia con le amministrazioni decentrate, in modo da affrontare le problematiche territoriali connesse alla questione principale, ponendo in essere attività che conducano ad un risultato condiviso ed efficace.

Smaltimento amianto: incentivi statali in Italia

A proposito di interventi normativi dello Stato in materia di smaltimento dell’amianto, nel 2016, con decreto del Ministero dell’Ambiente, è stata data applicazione al “Bonus smaltimento amianto”. Si tratta di un articolato con differenti disposizioni che agevolano, anche dal punto di vista fiscale, sia i privati cittadini e sia le imprese che intendono bonificare o ristrutturare edifici o riqualificare impianti già esistenti.

La rimozione dell’amianto e l’installazione di pannelli fotovoltaici da parte delle aziende, beneficia ancora oggi, grazie alla proroga contenuta nella legge di bilancio 2020, di detrazioni fiscali fino al 65%, agevolazione che prosegue sulla linea della riqualificazione energetica.

Ai soggetti titolari di reddito d’impresa viene concesso anche un credito d’imposta, che sostanzialmente consiste in uno sconto pari al 50% (con un tetto massimo) delle spese sostenute per bonificare edifici industriali in cui è presente amianto.

A favore dei privati è prevista, infine, la concessione di un bonus relativo alle spese sostenute per la ristrutturazione degli edifici ad uso abitativo, attuata tramite la sostituzione di manufatti in amianto, agevolazione mirata, ancora una volta, ad incentivare la riqualificazione energetica.