Come affittare un terreno agricolo o industriale: guida

Come affittare un terreno agricolo o industriale: guida

Il settore agricolo sta vivendo una fase di rinascita dopo decenni di stagnazione; sono tanti, infatti, i giovani che decidono di intraprendere una carriera di coltivatore e imprenditore agricolo, magari adottando tecniche innovative che consentano una resa maggiore.

Alcuni di questi giovani imprenditori agricoli, mettono in atto una vera e propria opera di recupero di terreni appartenenti a genitori e nonni e che, per abbandono o incuria, non hanno reso nessun guadagno negli anni trascorsi.

Coloro che, invece, vogliono svolgere un’attività legata all’agricoltura ma non hanno a disposizione terreni già acquisiti dalla famiglia, possono optare per l’affitto di un terreno agricolo.

Sono tante, infatti, le persone che, pur possedendo estesi terreni agricoli, decidono di non occuparsene perché, magari, sono impegnati in altre attività; per non perdere la proprietà del terreno, tali individui decidono allora di affittarlo a chi aspira a diventare un coltivatore.

Come apprendiamo dal sito https://terrenifotovoltaico.com/ , lo “scambio” tra proprietario e coltivatore avviene attraverso la stipula di un contratto di affitto vero e proprio che sancisce i diritti e i doveri di entrambe le parti in causa.

Contratto di affitto di un terreno agricolo : come procedere

Per siglare un contratto di affitto di un terreno agricolo o industriale, il proprietario del suddetto terreno si impegna a concederlo ad una persona “X” (l’affittuario) in cambio del versamento di un canone di locazione il cui importo viene stabilito all’interno del contratto.

A questo proposito, la legge n. 203 /1982 stabilisce che la durata minima di un contratto di questo tipo è di 15 anni; si tratta di un periodo decisamente più lungo rispetto ai contratti di affitto abitativi o commerciali in quanto lo scopo finale della proprietà e quello di realizzare coltivazioni il cui ciclo temporale è necessariamente diluito nel tempo.

Va detto che per tutti quei terreni agricoli che comportano una scarsa produttività, la durata minima del contratto di affitto scende a 6 anni.

Per poter concludere il contratto di affitto di un terreno agricolo, è necessario che l’affittuario dichiari di non modificare la destinazione agricola del fondo e, naturalmente, di ottemperare al regolare pagamento del canone concordato. Fiscalmente parlando, affittare un terreno agricolo comporta un’esenzione dall’IVA; naturalmente, trattandosi di un contratto di affitto in piena regola, la stipula deve essere effettuata in presenza di un Notaio.

Come per ogni contratto di affitto, la legge prevede che il coltivatore possa recedere dallo stesso previo preavviso da comunicare al proprietario un anno prima della scadenza; la risoluzione del contratto di affitto di un terreno agricolo, invece, è prevista nei casi di inadempienze gravi da pare dell’affittuario.

La già citata legge n. 203/1982 prevede casi particolari nei quali non sono valide le regole “standard” del contratto di affitto di un terreno agricolo come, ad esempio, le coltivazioni stagionali e la vendita di piante/erbe che risultano avere una durata inferiore a 12 mesi per le aree coltivabili soggette a rotazione agraria; in questo caso, si può procedere alla stipula di un contratto di durata infra-annuale che, di fatto, può essere validato anche senza la presenza di un Notaio.