Centocelle: il Coordinamento Popolare del quartiere di Roma sud-est

Centocelle è uno dei quartieri più conosciuti del quadrante di Roma sud-est. Racchiusa tra la via Prenestina e la Casilina, questa zona ospita uno dei centri sociali delltale italiana: il CSOA Forte Prenestino.
Purtroppo, negli ultimi tempi, è passata agli onori della cronaca anche per alcuni fatti non proprio piacevoli. Ad inizio maggio, in un parcheggio della zona, un camper ha preso fuoco, per cause dolose, e tre sorelle rom di 20, 8 e 4 anni hanno perso la vita.
Nella zona sud dell’omonimo quartiere, inoltre, sorge una delle zone verdi più grosse di tutta Roma: il Parco Archeologico di Centocelle ( che spesso viene abbreviato in P.A.C.) . Proprio qui, negli ultimi mesi, è cominciata una vera e propria “emergenza ambientale” visto che, nei terreni del parco, sono stati rivenute grandi quantità di rifiuti tossici di cui non si conosce la provenienza e non si sa quali effetti potrebbero avere sulla salute dei cittadini.
Per cercare di risolvere una situazione altamente rischiosa, che le istituzioni, nonostante le belle parole spese e le promesse fatte, si rifiutano di affrontare, è stato creato un vero e proprio coordinamento popolare del PAC. Di questo coordinamento fanno parte numerosi cittadini, associazioni e comitati popolari che tramite numerosi iniziative ed un duro lavoro cercano di riportare salubrità nell’aria, nell’acqua e nel terreno di una delle zone verdi più belle conosciute di Roma.
L’intento è quello di rendere, come si legge sulla loro pagina Facebook, “il parco…..un vero parco e non una discarica e cielo aperto“. Alcuni giorni fa abbiamo intervistato uno degli attivisti del coordinamento per farci spiegare la situazione attuale della zona e farci raccontare quali battaglia e in che modo stanno portando avanti.
1) Quando e perchè è nata l’idea di dar vita al Coordinamento Popolare del Parco di Centocelle?
“ Possiamo dire che tutto è iniziato ai primi di gennaio di quest’anno, quando si erano sviluppati dei fuochi all’interno di questa area verde che sprigionavano dei fiumi bianchi. Intorno a questa area del parco, dobbiamo ricordarlo, ci stanno sia dei condomini che delle scuole. Esisteva già un gruppo di persone che, da alcuni anni, si occupava della questione del Parco di Centocelle che hanno fatto da volano per un’aggregazione più ampia che comprende i genitori dei ragazzi che frequentano le scuole, le associazioni di quartiere e i comitati. Tutti, pian piano, hanno cominciato a riunirsi e dar vita ad una sorta di coordinamento: ciò avveniva in maniera abbastanza informale, cercando di coordinare le varie iniziative a tutela dell’area dimenticata dalle istituzioni“.
2) Quali sono le lotte, o i progetti, che portate avanti tramite questo coordinamento?
” Abbiamo sviluppato un approccio su tre fronti. Abbiamo messo al centro della questione una serie di punti imprescindibili tra cui, ad esempio, il tema della salute e la bonifica del parco che si è scoperto essere pieno di rifiuti. Procediamo sia tramite la mobilitazione popolare, ad esempio con una serie di iniziative come la manifestazione in Campidoglio in cui siamo stati ricevuti dai capigruppo in Consiglio Comunale ed abbiamo avuto la possibilità di spiegare quale fosse la situazione. Inoltre abbiamo partecipato ad alcune assemblee pubbliche, indette dal V Municipio per affrontare tale argomento, dove abbiamo portato avanti la nostra posizione. Stiamo programmando iniziative all’interno delle scuole, per diffondere la questione tra i genitori, in modo tale da sensibilizzare più persone possibili sul problema. Per ultimo, infine, stiamo cercando di sviluppare un approccio “legale”: difatti, rispetto alla questione rifiuti ma anche alla mancata realizzazione del Parco di Centocelle, esistono una serie di responsabilità, anche per quel che riguarda la gestione del territorio da parte dell’amministrazione. Abbiamo intrapreso vie legali, con diffide e la preparazione di un esposto che è tuttora in divenire. Tutto questo lo abbiamo fatto per cercare di spingere l’amministrazione a non tirarsi indietro e, soprattutto, a prendersi le sue responsabilità, sia a livello di Municipio che di Comune e , in alcuni casi, anche di Regione.
A breve scadenza, infine, è in programma una grande festa popolare, il prossimo 2 giugno, al parco di Centocelle in cui speriamo di portare più gente possibile e a cui raccontare la storia del “non parco” per sensibilizzarli e farli partecipare a tutte le future iniziative“.
3) Vi aspettavate che la questione del Parco di Centocelle diventasse uno dei temi più trattati degli ultimi tempi da vari quotidiani locali di Roma?
” No, sinceramente no. Ti posso dire però che, all’interno del coordinamento, abbiamo riunito una serie di professionalità, di capacità legate anche alla comunicazione in cui la professionalità ha fatto la differenza. Queste professionalità sono unite da una forte passione: v è un forte interesse per il parco e per la difesa della salute. Noi siamo riusciti ad avere molti contatti, messi a disposizione da queste persone, messi a disposizione da queste persone, con una serie di giornalisti e altre figure del genere. Questa vicenda è sicuramente un argomento che può aver suscitato interessa ma, non c’è dubbio, che noi ce la siamo proprio giocata bene. Questa, secondo me, è una delle chiavi vincenti che il coordinamento è riuscito a creare e che, sempre secondo me, può aiutarci in futuro“.
4) Qual è stata, fino a questo momento, la risposta istituzionale?
” In questa zona di Roma noi siamo abituati, da parecchi anni, a confrontarci come cittadini con la politica perchè è una zona che si può definire abbandonata. Abbiamo avuto vari problemi, nel corso degli ultimi tempi, legati soprattutto alla gestione dei rifiuti e devo dire che la risposta politica è stata sempre la stessa, indipendentemente da chi aveva in mano il potere, al Municipio e al Comune: sono state solo chiacchiere, chiacchiere e chiacchiere. Queste persone fanno tantissime promesse ma, anche dopo aver partecipato ad eventi come assemblee pubbliche, tendono a minimizzare i fatti, questo va detto, e di fatto resta tutto come prima. Concretamente finora, probabilmente per tutelarsi, hanno chiuso l’accesso ad alcune aree ed hanno impedito l’utilizzo dei pozzi. Anche per questo motivo abbiamo intrapreso una via legale perchè secondo noi, almeno così facendo, una risposta ci dovrà essere“.
5) Secondo voi si può fare un qualche paragone con ciò che sta accadendo nella zona della Terra dei Fuochi?
” Guarda, onestamente, sulla Terra dei Fuochi non te lo so dire. Tutto questo perchè, attualmente, il problema che c’è nel Parco di Centocelle è questo: ci sta una grande quantità di rifiuti interrati di cui non è stata fatta la caratterizzazione. Questo significa che non si sa cosa ci sta; per cui il paragone con la Terra dei Fuochi, finchè non si capisce cosa siano quei rifiuti, è un pò difficile da fare perchè potrebbero essere rifiuti speciali e pericolosi come no. Tutto questo si scoprirà quando il Comune farà la caratterizzazione. Cosa su cui è in grandissimo ritardo. L’altro problema, che forse è comune alla Terra dei Fuochi ma forse non ne sono sicuro, è che la falde sono inquinate: ciò a causa degli stessi rifiuti che, con l’acqua, hanno contaminato le falde ma anche grazie alla presenza di molti auto-demolitori all’interno del Parco. Il paragone che, secondo me, è più giusto fare e che, sempre a mio avviso, è ben più pericoloso, è quello con ciò che è successo pochi giorni fa a Pomezia. Gli auto-demolitori che ci stano qui sono delle vere e proprie bombe ad orologeria: se ne prende fuoco uno succede, sostanzialmente, la stessa cosa di Pomezia solo che avviene dentro la città. Centocelle, oramai, non è più una zona di periferia e ci si ritroverebbe una nube tossica di quel tipo che comporterebbe l’evacuazione della città. Tra l’altro, su ciò che è accaduto a Pomezia, è stato detto molto meno di quello che realmente è successo e sta succedendo. Noi abbiamo allacciato una rete di contatti, sia con tecnici che con enti pubblici, che ci raccontano che vi è una grande differenza tra ciò che viene pubblicato “per lavoro” e ciò che effettivamente sta accadendo nella zona. Sentendo queste zone ti si drizzano i capelli in testa visti gli effetti della diossina sull’uomo. Questo per dire, senza entrare nella specifico, che il paragone con i fatti di Pomezia ci sta tutto“.
6) Come intendete portare avanti la vostra campagna di lotta per salvaguardare una delle zone verdi più grandi di Roma?
” Intanto bisogna cercare di portare avanti la lotta del coordinamento che, comunque, è composto da cittadini e, in molti casi, dalle loro famiglie. Per ora stiamo cercando di mantenere questa struttura, per quanto informale sia, con tutte le riserve preziose che ci sono dentro. Ora vogliamo spingere sul tema della sensibilizzazione rispetto alla cittadinanza e, in particolar modo, speriamo di farcela con la grande feste organizzata per il prossimo 2 giugno. Dalle 12:30 in poi festa con interventi, visite del parco, attività per bambini e intrattenimento vario, tutta la cittadinanza è invitata.
Inoltre porteremo avanti l’approccio tecnico-legale visto che, di fatto, quello che ancora non è venuto fuori, ma che spero si venga a sapere al più presto, è che l’ARPA Lazio, che sarebbe l’agenzia proposta per fare l’analisi degli inquinanti, ha fatto solo una comunicazione formale. Tale comunicazione, che noi abbiamo conosciuto tramite l’accesso agli atti visto che non è mai stata resa pubblica, diceva che tutta la falda del parco è inquinata. Questa cosa implica che per il Testo Unico sull’Ambiente, la legge numero 52 del 2006, si innesta una procedura per il cui il Comune di Roma è obbligato, per legge, a fare la caratterizzazione dell’inquinante. Il Campidoglio perciò è costretto a dire perchè è inquinata e cosa ci sta dentro. Tutto questo innesca, sempre per legge, un processo di bonifica dell’area da cui nessuno si può tirare indietro. Una volta partito il procedimento, infatti, chi si rifiuta può subire conseguenze penali. Noi, perciò, continueremo a vegliare che il Comune, per adesso, e la Regione, eventualmente in un secondo momento, facciano quello che li spetta e su questo punto, sicuramente, non faremo alcun passo indietro“.